Vi è mai capitato di avere reminiscenze di mancate opportunità, di treni persi, di cose che se avrai fatto, ora sarei un uomo diverso (per diverso non si intende con quattro braccia o tentacoli, ma spesso migliore di adesso, almeno che non si aspiri ad essere un “mutante migliore”)?
A me si, proprio questa mattina mentre in santa pace sorseggiavo dell’ottimissimo tè nero e sono andato a finire per caso su quei post social di successo, scritti da gente di successo che ce l’ha fatta (che poi a fare che…proprio non saprei).
Allora la domanda che mi viene su è questa: “Cosa bisogna fare per avercela fatta?”.
Quali treni non mi posso permettere di perdere per rientrare in quell’ambiziosa fetta di persone che teoricamente non hanno perso treni, o quanto meno hanno preso quelli giusti?
A indagare attentamente però in questo preciso istante mentre penso ai treni che credo di aver perso comparandomi a chi teoricamente si è presentato puntuale alla stazione, non sto forse perdendo il treno più importante che è quello della vita qui e ora? Non sto forse perdendo me stesso in “me futuri migliori”?
Vi porgo questa riflessione per notare come sovente il presente si perde nelle minime sciocchezze, sciocchezze che però subdolamente avvelenano la nostra interiorità di sofferenza, facendoci spesso sminuire se non spesso ignorare l’infinita abbondante offerta dell’esistenza che ci circonda e non per ultimi: “Noi Stessi”.
Oggi, domenica 29 ottobre quindi non aspiro a essere un uomo diverso almeno che in questa notte di luna piena (che è anche nel mio segno il Toro), non diventi un lupo mannaro..migliore.
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