Basta pochissimo per essere felici
Basta scendere nel corpo e percepire il respiro o per esempio la vibrazione in una parte del corpo, per esempio nella mano (potete provare ora).
Basta pochissimo per toccare quella grazia che spesso nascondiamo nell’utopia e che spesso rifugiamo aderendo alla complicatezza della mente egoica che come un magnete ci attira verso di lei.
Che strano l’essere umano che seduto sopra un tesoro ne va a cercare a fatica di altri nella speranza certe volte di non trovarli eregendo silenziosamente della alte mura per difendersi dalla felicità.
Eppure accade e mi accade, forse per abitudine culturale forse perchè certe volte abituati al materialismo non ascoltiamo e non diamo importanza a ciò che gli occhi non possono vedere e le mani toccare e spesso questa mancanza di ascolto ci fa accumulare molta fatica, molto dolore che spesso si manifesta attraverso sintomatologie fisiche e psichiche, poiché il corpo se non abitato patisce questa sorta di abbandono inconsapevole che porta con sé la superficialità dell’animo.
Quante volte sono diventato appunto superficiale, frivolo, non vero. duro e spaventato per non essere sceso nel corpo ad ascoltare quello che c’era da ascoltare.
Quante volte ho rimandato l’incontro con me stesso per paura di ascoltare quella corda dolente che la vita suonava e che io per paura di perdere qualche cosa non ascoltavo aderendo di conseguenza a comportamenti e “programmi sociali” che mantenevano quel dolore.
Ma in verità anche questo bailamme di sali e scendi, di cose non viste e di “inconsapevolezze”, spesso é la spinta verso la luce, spesso queste resistenze sono come la resistenza che la terra oppone al piede per fargli fare il prossimo passo.
Certe volte è necessario perdersi nella ricerca di tesori esterni per toccare quella delusione necessaria a farci tornare a noi stessi e a quel Tesoro che non può essere visto ma solo vissuto e ascoltato.
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