Condanniamo la follia nel mondo il che é umano e eticamente giusto.
Certe volte peró mentre condanniamo chi la commette, silenziosamente come la neve che quando cade non fa rumore (citava una canzone) condanniamo la nostra follia che umanamente facciamo finta di non vedere ma che é lì nei pensieri schizofrenici, nell'invidia, nella vendetta, nella gelosia, nel possesso, nello spettegolezzo e nelle varie subdole forme di razzismo e separazione.
L'ho visto accadere in me...
Ho condannato tante volte, augurando le peggio pene, le peggio morti, le peggio sciagure non necessariamente a efferati tiranni, ma a persone che mi avevano fatto solo degli umili torti.
Dopo un po' mi sono reso conto che agivo in questa condanna una mia efferata personale e folle guerra che aveva in sé la stessa efferatezza
delle notizie che passavano al TG, con l'unica differenza che come citava il titolo di un libro "I buoni lo pensano i cattivi lo fanno".
In questa mia discutibile riflessione l'invito (che faccio in primis a me stesso) é solo quello di guardarsi un po' dentro prima di puntare diti rabbiosi fuori, poiché quando emergono scene di ordinaria follia nel mondo, non emergono isolate dal contesto sociale ma ne sono intrinsecamente collegate e intrecciate come le profonde radici di una foresta.
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