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Immagine del redattoreAlessandro Achilli

L’auto sostenibilità dell'"industria ansia"

L’ansia si nutre di futuro e qualcosa in me tipo una sorta di densità fisica che può essere chiamata Paura, Plutone, Roberto o signor Smith, va ad alimentarla.

A sua volta l’ansia alimenta pensieri ansiosi che a loro volta vanno ad alimentare la stessa pesante sensazione fisica che é in me.

Praticamente a livello di energia rinnovabile è una rivoluzione, peccato che è inversamente proporzionale. Più “l’industria ansia” è in funzione più si diventa seri e meno vitali.

L’ho visto accadere certe notti.. Ero nel letto in attesa del sonno, e ovviamente non vi erano minacce esterne tipo attacchi di animali selvaggi e non dovevo tenere acceso alcun fuoco per tenerli lontani, insomma ero al sicuro in camera.

Dal nulla é arrivato il pensiero su una tassa dei rifiuti da pagare, e da lì “l'industria ansia” ha aperto i battenti a suon di turni notturni.

Sono passato dalle tasse sui rifiuti alle preoccupazioni sul destino dell’umanità. Insomma io e la “mia industria” di notte lavoriamo alla grande e a testa bassa.

Purtroppo ora ho una certa età ed essendo l’unico amministratore, tutto ciò è diventato umanamente stancante, quindi non mi rimane altro da fare che chiuderla dichiarando bancarotta.

Fortunatamente non ho dipendenti a carico se non il ben noto “me stesso me” che ci potrebbe rimanere offeso attaccato com’è alla sofferenza e all’azienda.




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